Centro Studi Arti della Modernità

Call for Papers

CALL FOR PAPERS “Neomodernismi. Declinazioni e riconfigurazioni della narrativa modernista europea: 1945-1989”

A cura di Carmen Gallo, Giulio Iacoli, Francesca Lorandini, Tiziano Toracca

CoSMo: Comparative Studies in Modernism (uscita prevista giugno 2026)
Invito a contribuire
Deadline: 15 gennaio 2025

English and French versions follow.

Neomodernismi.
Declinazioni e riconfigurazioni della narrativa modernista europea: 1945-1989

La seguente indagine muove dall’idea che il modernismo non tramonti alle soglie degli anni Trenta, Quaranta o Cinquanta del Novecento – quando si consuma una conversione neo-realista (R. Bonadei, 1991, Splendore, 2000, Rossi Sebastiano, 2023), quando esce Finnegans Wake (1939) o quando muoiono alcuni autori e autrici esemplari come Joyce o Woolf (1941), quando scoppia la Seconda guerra mondiale (Anderson, 1984; Quinones, 1985; Shiach, 2007) o quando prende avvio l’età postmoderna (Lyotard, 1979; Wilde, 1981; McHale, 1987; Hutcheon, 1989; Jameson, 1991; Ceserani, 1997) – ma sopravviva nella seconda metà del XX secolo, sebbene in forme inevitabilmente ricalibrate. In questa prospettiva – che considera il modernismo una categoria non solo storiografica, ma anche interpretativa (Calinescu, 1977; Mazzoni, 2011; Donnarumma, 2014; Cangiano, 2018) – l’obiettivo del presente ‘focus’ è duplice: da un lato, verificare quali romanzi del secondo Novecento ereditino il modernismo ripensando o rovesciando le sue marche tematico-formali e ideologiche, e tra queste il peso attribuito alla prospettiva soggettiva del racconto e all’autoriflessività formale (Bürger, 1992; Rabaté, 2001) e la presa di distanza dal realismo ottocentesco e dal naturalismo, spesso eletti a idoli polemici rispetto ai quali legittimare una nuova forma di rappresentazione del mondo (Eystensson, 1990; Bertoni, 2007; Pellini, 2016 e 2018); dall’altro lato, indagare in che modo una simile eredità, complessa e eterogenea quanto instabile e dibattuta è la stessa categoria di modernismo (Bradbury-McFarlane, 1976; Moretti, 1994; Levenson, 1999; Rabatè, 2013), faccia i conti con la trasformazione del contesto storico, politico e sociale [tra tutti le sorti dell’imperialismo, centrale per il modernismo storico come sottolineato da Jameson 1988, Said 1993, Rigby 2000] e del campo letterario europeo tra la seconda metà degli anni Quaranta e la fine degli anni Ottanta (Lewis, 2011; Somigli, 2011; Mao, 2021; Toracca 2022, Iacoli, 2023). È significativo, infatti, che nella narrativa del periodo preso in esame si facciano strada nuovi modi di intendere il rapporto tra individuo e collettività nei regimi democratici, e il rapporto con la tradizione culturale e letteraria venga sempre più declinato in relazione a fenomeni che spingono a reinterpretare lo spazio di indagine della scrittura. La decolonizzazione, le ondate migratorie, la riconfigurazione dei campi di forza all’interno di società multietniche, l’identità intesa come legame di appartenenza a un gruppo ma anche come spazio di rivendicazione e autodeterminazione, la crescente presa di parola di categorie emarginate o sottorappresentate, la frammentazione del sapere e il rapporto  con la scienza e la tecnica generano nuove forme di vita, che la narrativa tenta di definire e comprendere, anche attraverso l’integrazione di punti di vista eterogenei.

Considerando le più o meno marcate differenze tra le varie tradizioni nazionali, abbiamo preferito indicare non delle soglie di tipo letterario o culturale, ma delle date storiche, cioè il 1945 (quando finisce la Seconda guerra mondiale) e il 1989 (quando cade il muro di Berlino, cessa la guerra fredda tra URSS e Stati Uniti), che sono di sicuro significato per il contesto europeo su cui abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione, nonostante le profonde influenze che provengono da contesti e tradizioni extraeuropee di cui sarà d’obbligo comunque tenere conto. A guidare questa decisione sono ragioni pratiche e di coerenza dell’indagine, ma soprattutto due dati che ci sembrano importanti. Il primo, di ordine storico, è il seguente: nel periodo compreso tra la seconda metà degli anni Quaranta e i primi anni Novanta molti paesi europei, tra cui l’Italia, avviano un processo di cooperazione postbellica e d’integrazione economica, politica e culturale che porterà alla firma del Trattato di Maastricht (1992), cioè alla creazione dell’Unione Europea. Si tratta dunque di un periodo in cui l’Europa è al centro di una serie di trasformazioni che riguardano la sua stessa identità, di un periodo in cui la globalizzazione (e dunque, pensando alla letteratura e alle arti, la planetarizzazione dei generi e delle forme: si pensi ad esempio alla nascita del global novel) convive accanto al tentativo di creare o comunque rafforzare un’identità economica, politica e culturale europea. Il secondo, di tipo più strettamente letterario, riguarda invece la quasi totale mancanza di riferimenti al modernismo o alla cultura del modernismo nelle storie letterarie europee del secondo Novecento. Mentre negli Stati Uniti esiste la categoria di Late Modernism (1930-1960) e si registra un attivo dibattito sulle persistenze del modernismo angloamericano nei decenni immediatamente successivi al tramonto del modernismo storico, rispetto alla categoria di postmodernismo e rispetto persino all’estremo contemporaneo (Miller, 1999 e 2016; Whitworth, 2007; Genter, 2010), un dibattito che beneficia anche dell’espansione – nel tempo e nello spazio – della categoria di modernismo promossa dai New Modernist Studies (Mao and Walkovitz 2008), nella storiografia europea si riscontra la quasi totale assenza di una riflessione sull’eredità della stagione modernista, sulla possibile reviviscenza dello sperimentalismo modernista, sulla sua concomitanza con quello promosso dalle nuove avanguardie, sui suoi legami con la cultura postmoderna, sull’influenza, insomma, che sulla narrativa europea del breve secondo Novecento possono aver avuto la lezione o il modello ­– in ordine sparso – di Conrad, James, Proust, Joyce, Woolf, Kafka, Faulkner, Mann, Musil, Broch, Céline, Wolfe, Svevo o Pirandello. Molti di questi scrittori rientrano, ad esempio, nel canone proposto da Milan Kundera nell’Art du roman (Kundera, 1986), che presenta le sue riflessioni da scrittore e non da teorico della letteratura, proponendo una visione sovranazionale del romanzo, inteso come un’arte che va concepita nella lunga durata, aldilà delle correnti, delle scuole e degli “ismi”.

In questa sezione ‘Focus’ di CoSMo: Comparative Studies in Modernism vorremmo interrogarci proprio sull’utilità critica e storiografica del termine modernismo, per capire se, per i decenni che prendiamo in considerazione, si possa individuare una tradizione del modernismo, o si possa parlare, ad esempio, di secondo modernismo o di nuovi modernismi. Esistono delle declinazioni specifiche del modernismo che vadano al di là di semplici tracce, casi isolati o tardi epigoni e che anzi permettano di interpretare diversamente e avvicinare utilmente fra loro romanzi solitamente interpretati in altre prospettive? Che peso hanno le traduzioni dei capolavori modernisti per gli scrittori e le scrittrici che esordiscono tra gli anni Quaranta e gli anni Ottanta? In che modo i neomodernismi interagiscono con le principali categorie utilizzate dalla critica per descrivere il campo letterario di questi anni (neorealismo, Nouveau Roman, neoavanguardia, postmodernismo) o con alcuni fenomeni che emergono in quel periodo (guerra fredda, impegno, boom economico, ’68, post-colonialismo, femminismo, ecologismo) e che modificano radicalmente l’immaginario?

Lista dei macrotemi su cui è possibile intervenire (non esclusivi)

  • Costanti e varianti del modernismo nel secondo Novecento europeo
  • Rapporti di continuità tra modernismo e nuovi temi (es. nuovo impegno, ecologismo, postcolonialismo, femminismo, globalizzazione, turbocapitalismo, antropocene)
  • Influenze extraeuropee e planetarizzazione delle forme
  • Testi esemplari di specifiche tradizioni letterarie: modelli, riprese, riconfigurazioni
  • Traiettorie autoriali influenti
  • Periodizzazione, canone, usi e abusi della categoria di modernismo
  • Cultura postmoderna, neomodernismi e nuovi realismi
  • Neomodernismo e Neoavanguardia
  • I nuovi modernismi e gli studies
  • Intertestualità e confini di genere
  • Traduzioni e traiettorie di campo

Termini

Le proposte di intervento, un abstract di max. 1500 caratteri e una breve nota biografica, dovranno pervenire a centrostudiartimodernita@gmail.com entro il 15 gennaio 2025. L’accettazione o meno della proposta verrà comunicata entro il 15 febbraio 2025. Il termine per la consegna del contributo, di max. 30.000 caratteri, è il 15 gennaio 2026.

Lingue ammesse per i contributi Italiano, Inglese, Francese


CoSMo: Comparative Studies in Modernism (expected release: June 2026)

Call for papers

Neomodernisms.
Rethinking and reshaping Modernism in European fiction: 1945-1989

Edited by Carmen Gallo, Giulio Iacoli, Francesca Lorandini, Tiziano Toracca

The starting assumption of this investigation is that modernism did not decline on the threshold of the 1930s, 1940s or 1950s, in conjuction with some crucial events such as the conversion to neo-realism (R. Bonadei, 1991, Splendore, 2000, Rossi Sebastiano, 2023), the publication of Finnegans Wake (1939), the death of Joyce and Woolf (1941), the outbreak of the Second World War (Anderson, 1984; Quinones, 1985; Shiach, 2007), or the presumptuous beginning of postmodern age (Lyotard, 1979; Wilde, 1981; McHale, 1987; Hutcheon, 1989; Jameson, 1991; Ceserani, 1997). Rather, it survived in the second half of the 20th century, albeit in inevitably recalibrated forms. Considering modernism not only as a historiographical, but also as an interpretative category (Calinescu, 1977; Mazzoni, 2011; Donnarumma, 2014; Cangiano, 2018), the aim of this ‘focus’ is twofold: on the one hand, to verify which novels of the second half of the twentieth century inherit modernism by rethinking or overturning its thematic, formal, and ideological features, and in particular its subjective perspective, the formal self-reflexivity (Bürger, 1992; Rabaté, 2001), and the distancing from nineteenth-century realism and naturalism (Eystensson, 1990; Bertoni, 2007; Pellini, 2016 and 2018); on the other hand, to investigate how the legacy of modernism, which is itself a complex and heterogeneous category (Bradbury-McFarlane, 1976; Moretti, 1994; Levenson, 1999; Rabatè, 2013), comes to terms with the transformation of the historical, political, and social context, such as the different role of imperialism [central to historical modernism as underlined by Jameson 1988, Said 1993, Rigby 2000] and the new ways of understanding the relationship between the individual and the community in democratic regimes. By the second half of the 1940s until the end of the 1980s, the European literary field also undergoes several changes (Lewis, 2011; Somigli, 2011; Mao, 2021; Toracca 2022, Iacoli, 2023) that reshape the rapport with the cultural and literary tradition and open up the way to the investigation of new spaces of writing. Narrative attempts to define and understand, through heterogeneous points of view, new issues such as decolonization, waves of migration, the reconfiguration of power dynamics within multi-ethnic societies; identity understood as a form of belonging to a group but also as a space of claim and self-determination; the growing voice of marginalized or underrepresented categories; the fragmentation of knowledge and the relationship with science and technology.

Given the more or less marked differences between the various national traditions, it was hard to find common literary or cultural thresholds, so we opted for historical dates, namely 1945 (when the Second World War ended) and 1989 (when the Berlin Wall fell and the Cold War between the USSR and the United States ended), which are significant for the European context that is our field of investigation [nonetheless profound influences from extra-European contexts and traditions will also be taken into account]. Between the second half of the 1940s and the early 1990s, many European countries, including Italy, began a process of post-war cooperation and economic, political, and cultural integration that would lead to the signing of the Maastricht Treaty (1992), that is, to the creation of the European Union. This is therefore a period in which Europe is at the centre of a series of transformations that concern its very identity, and globalisation (which includes the planetarisation of genres and forms) coexists alongside the attempt to create or at least strengthen a European economic, political and cultural identity.

A further reason to focus our literary investigation on Europe 1945-1989 is the almost total lack of references to modernism or the culture of modernism of the second half of the twentieth century in the European literary histories. While in the United States the category of Late Modernism (1930-1960) is widely debated as well as the persistence of Anglo-American modernism, the span of postmodernism (Miller, 1999 and 2016; Whitworth, 2007; Genter, 2010), and the possibility to expand the category of modernism in time and space (Mao and Walkovitz 2008), in European literary historiography some key aspects such as the legacy of the modernist season, the possible revival of modernist experimentalism, its links with new avant-gardes and postmodern culture, in short, the influence – in no particular order – of Conrad, James, Proust, Joyce, Woolf, Kafka, Faulkner, Mann, Musil, Broch, Céline, Wolfe, Svevo or Pirandello – have been usually neglected.

In this ‘Focus’ section of CoSMo: Comparative Studies in Modernism we would like to assess the critical and historiographical utility of the term modernism, to understand whether, for the decades we are considering, we can identify a tradition of modernism, or we can speak, for example, of a second modernism or of new modernism. Is it possible to outline specific declinations of modernism that go beyond simple traces, isolated cases or late epigones and that indeed allow us to interpret differently and usefully put together novels usually analysed from other perspectives? What weight do translations of modernist masterpieces have for writers who debuted between the 1940s and the 1980s? How do new modernisms interact with the main categories used by critics to describe the literary field of these years (neorealism, Nouveau Roman, neo-avant-garde, postmodernism) or with some phenomena that emerged in that period (cold war, commitment, economic boom, ’68, post-colonialism, feminism, environmentalism) and that radically modified the imagination?

Possible approaches and fields of investigation are listed below, but further explorations of the topic are encouraged.

  • Constants and variants of Modernism in European fiction [1945-1989]
  • Modernism and new ideas (e.g. new commitment, ecologism, post-colonialism, feminism, globalisation, turbo-capitalism, anthropocene)
  • Extra-European influences and the planetarisation of forms
  • Exemplary texts from specific literary traditions: models, revivals, and reconfigurations
  • Influential authorial figures
  • Periodization, canon, uses and abuses of the category of modernism
  • Postmodern culture, neo-modernisms and new realisms
  • Neo-Modernism and the New Avant-Garde
  • New Modernisms and Studies
  • Intertextuality and literary genres boundaries
  • Translation, adaptation, remediation

Deadlines

Proposals, an abstract of max. 1500 characters and a brief biographical note, should be sent to centrostudiartimodernita@gmail.com by January 15, 2025. Acceptance or non-acceptance of the proposal will be communicated by February 15, 2025. The deadline for submission of the paper, of max. 30,000 characters, is January 15, 2026.

Languages allowed for submissions

Italian, English, French


CoSMo : Comparative Studies in Modernism (sortie prévue en juin 2026)

Appel à contributions

Néo-modernismes.
Variations et reconfigurations de la fiction moderniste européenne : 1945-1989

Sous la direction de Carmen Gallo, Giulio Iacoli, Francesca Lorandini, Tiziano Toracca

Nous avançons l’hypothèse que le modernisme ne s’achève pas au seuil des années 1930, 1940 ou 1950, à savoir au moment se produisent certains événements décisifs, comme la conversion néo-réaliste (R. Bonadei, 1991 ; Splendore, 2000 ; Rossi Sebastiano, 2023), la publication de Finnegans Wake (1939), la mort de certains auteurs exemplaires comme Joyce ou Woolf (1941), l’éclatement de la Seconde Guerre mondiale (Anderson, 1984; Quinones, 1985; Shiach, 2007) ou au moment où commence ce qu’on appelle l’ère postmoderne (Lyotard, 1979; Wilde, 1981; McHale, 1987; Hutcheon, 1989; Jameson, 1991; Ceserani, 1997). Nous croyons, au contraire, qu’il survit dans la seconde moitié du XXe siècle, bien que ce soit sous des formes recomposées et remodelées.

En considérant le modernisme comme une catégorie non seulement historiographique, mais aussi interprétative (Calinescu, 1977; Mazzoni, 2011; Donnarumma, 2014; Cangiano, 2018), le but poursuivi par ce « Focus » concerne aussi bien l’histoire des formes littéraires que leurs enjeux historiques, politiques et sociaux. Nous voulons d’une part vérifier quels romans de la seconde moitié du XXe siècle héritent du modernisme en repensant ou en renversant ses marques thématiques, formelles et idéologiques, notamment le poids attribué au regard subjectif dans le récit et à l’autoréflexivité formelle (Bürger, 1992; Rabaté, 2001) ainsi que l’écart avec le réalisme et le naturalisme du XIXe siècle, souvent la cible de polémiques à travers lesquelles légitimer une nouvelle représentation du monde (Eystensson, 1990; Bertoni, 2007; Pellini, 2016 et 2018).

D’autre part, nous voulons étudier comment un tel héritage, aussi complexe et hétérogène que la catégorie de modernisme elle-même est instable et débattue (Bradbury-McFarlane, 1976; Moretti, 1994; Levenson, 1999; Rabaté, 2013), s’accommode de la transformation du contexte historique, politique et social, tout comme le sort de l’impérialisme, par exemple, a été décisif pour le modernisme historique, comme le soulignent (Jameson 1988, Said 1993, Rigby 2000). De la seconde moitié des années 1940 à la fin des années 1980, le champ littéraire européen subit également plusieurs changements (Lewis, 2011 ; Somigli, 2011; Mao, 2021; Toracca, 2022; Iacoli, 2023) qui remodèlent le rapport à la tradition culturelle et littéraire, ouvrant la voie à l’investigation de nouveaux espaces d’écriture. La narration tente de définir et de comprendre, à travers l’intégration de points de vue hétérogènes, de nouvelles questions telles que la décolonisation, les vagues de migration, la reconfiguration des dynamiques de pouvoir au sein des sociétés multiethniques ; l’identité comprise comme une forme d’appartenance à un groupe mais aussi comme un espace de revendication et d’autodétermination ; la voix croissante des catégories marginalisées ou sous-représentées ; la fragmentation de la connaissance et la relation avec la science et la technologie.

Compte tenu des différences plus ou moins marquées entre les diverses traditions nationales, il était difficile de trouver des seuils littéraires ou culturels communs. Nous avons donc opté pour des dates historiques, à savoir 1945 (fin de la Seconde Guerre mondiale) et 1989 (chute du mur de Berlin et fin de la guerre froide entre l’URSS et les États-Unis), qui sont significatives pour le contexte européen qui constitue notre champ d’investigation (néanmoins, les influences profondes des contextes et des traditions extra-européens seront également prises en compte). Entre la seconde moitié des années 1940 et le début des années 1990, de nombreux pays européens, dont l’Italie, ont entamé un processus de coopération d’après-guerre et d’intégration économique, politique et culturelle aboutissant à la signature du traité de Maastricht (1992), c’est-à-dire à la création de l’Union européenne. Il s’agit donc d’une période où, au sein l’Europe, se produisent une série de transformations qui concernent son identité même, et où la mondialisation (qui inclut la planétarisation des genres et des formes) coexiste avec la tentative de créer ou de renforcer une identité économique, politique et culturelle européenne.

Une autre raison qui nous pousse à concentrer notre enquête sur l’Europe de 1945 à 1989 est l’absence presque complète de références au modernisme ou à la culture du modernisme de la seconde moitié du XXe siècle dans les histoires littéraires européennes. Alors qu’aux États-Unis, la catégorie du Late Modernism (1930-1960) est largement débattue, de même que la persistance du modernisme anglo-américain, la portée du postmodernisme (Miller, 1999 et 2016; Whitworth, 2007; Genter, 2010), et la possibilité d’étendre la catégorie du modernisme dans le temps et l’espace (Mao et Walkovitz 2008), dans l’historiographie littéraire européenne, certains aspects clés tels que l’héritage de la saison moderniste, la renaissance possible de l’expérimentalisme moderniste, ses liens avec les nouvelles avant-gardes et la culture postmoderne, bref, l’influence – sans ordre particulier – de Conrad, James, Proust, Joyce, Woolf, Kafka, Faulkner, Mann, Musil, Broch, Céline, Wolfe, Svevo ou Pirandello – ont été généralement négligés. Nombre de ces écrivains s’inscrivent, par exemple, dans le canon proposé par Milan Kundera dans L’Art du roman (Kundera, 1986), qui présente ses réflexions en tant qu’écrivain et non en tant que théoricien de la littérature, proposant une vision supranationale du roman, compris comme un art qui doit se concevoir dans la durée, au-delà des courants, des écoles et des «ismes».

Dans cette section «Focus» de CoSMo:Comparative Studies in Modernism, nous souhaitons interroger précisément l’utilité critique et historiographique du terme modernisme, afin de comprendre si, pour les décennies qui nous intéressent, on peut identifier une tradition du modernisme, ou si l’on peut parler, par exemple, de second modernisme ou de nouveaux modernismes. Existe-t-il des déclinaisons spécifiques du modernisme qui vont au-delà de simples traces, de cas isolés ou d’imitations tardives, et qui permettent en effet d’interpréter différemment et de rapprocher utilement des romans habituellement définis sous d’autres étiquettes? Quelle est l’importance des traductions des chefs-d’œuvre modernistes pour les écrivains qui ont fait leurs débuts entre les années 1940 et 1980? Comment les néo-modernismes interagissent-ils avec les principales catégories utilisées par la critique pour décrire le champ littéraire de ces années (néo-réalisme, Nouveau Roman, néo-avant-garde, post-modernisme) ou avec certains phénomènes apparus pendant cette période (guerre froide, engagement, boom économique, Mai 68, post-colonialisme, féminisme, écologisme) et qui ont radicalement modifié notre imaginaire?

Différents axes d’étude pourront être envisagés, sans exclusive :

  • Constantes et variantes du modernisme dans le second XXe siècle européen
  • Les relations de continuité entre le modernisme et de nouveaux thèmes (par exemple le nouvel engagement, l’écologisme, le post-colonialisme, le féminisme, la mondialisation, le turbo-capitalisme, l’anthropocène).
  • Influences extra-européennes et planétarisation des formes
  • Textes exemplaires issus de traditions littéraires spécifiques : modèles, reprises, reconfigurations
  • Trajectoires d’auteurs influents
  • Périodisation, canon, usages et abus de la catégorie du modernisme
  • Culture postmoderne, néo-modernismes et nouveaux réalismes
  • Néo-modernisme et néo-avant-garde
  • Les nouveaux modernismes et les études culturelles
  • Intertextualité et frontières des genres littéraires
  • Traductions, adaptations, remédiations

Conditions

Les propositions de communications (un titre et un résumé de maximum 1500 signes), avec une courte biobibliographie, ainsi que toutes les demandes de renseignements concernant le dossier, sont à adresser à centrostudiartimodernita@gmail.com avant le 15 janvier 2025. L’acceptation ou le rejet de la proposition seront communiqués avant le 15 février 2025. La date limite de soumission de l’article, d’un maximum de 30.000 signes, est fixée au 15 janvier 2026.

Langues acceptées pour les contributions Italien, Anglais, Français


Bibliografia utilizzata a testo / References/ Corpus théorique utilisé dans l’argumentaire

  • Anderson, P., Modernity and Revolution, in «New Left Review», n. 144, 1984, pp. 96-113.
  • Armstrong, T., Modernism: A Cultural History, Polity Press, Cambridge 2005.
  • Bertoni, F., Realismo e letteratura. Una storia possibile, Einaudi, Torino 2007.
  • Bonadei, R. Prologhi ed epiloghi modernisti nella narrativa di Henry Green, in Modernismo/Modernismi. Dall’avanguardia storica agli anni Trenta e oltre, a cura di G. Cianci, Principato, Milano 1991, pp. 531-543.
  • Bradbury, M., McFarlane, J, (eds), The Name and the Nature of Modernism, in Modernism. A Guide to European Literature 1890-1930, Penguin, London 1976.
  • Bürger, P., The Decline of Modernism, Polity Press, Cambridge 1992.
  • Calinescu, M., Five Faces of Modernity. Modernism, Avant-Garde, Decadence, Kitsch, Postmodernism, Indiana University Press, Bloomington 1977.
  • Cangiano, M., La nascita del modernismo italiano. Filosofie della crisi, storia e letteratura. 1903-1922, Quodlibet, Macerata 2018.
  • Ceserani R., Raccontare il postmoderno, Bollati Boringhieri, Torino 1997.
  • Donnarumma, R., Ipermodernità. Dove va la narrativa contemporanea, il Mulino, Bologna 2014.
  • Eystensson, A., The Concept of Modernism, Cornell University Press, Ithaca-London 1990.
  • Genter, R., Late Modernism. Art, Culture and Politics in Cold War America, University of Pennsylvania Press, Philadelphia-Oxford 2010.
  • Hutcheon, L., A Poetics of Postmodernism. History, Theory, Fiction, Routledge, London-New York 1989.
  • Iacoli, G., Mascolinità in gioco. Politiche della rappresentazione in Buzzati, Serra, Pisa-Roma 2023.
  • Kundera, M., L’Art du roman, Gallimard, Paris 1986.
  • Levenson, M., (ed), The Cambridge Companion to Modernism, Cambridge University Press, Cambridge 1999.
  • Lewis, P., (ed), The Cambridge Companion to European Modernism, Cambridge University Press, Cambridge 2011.
  • Lyotard, J.-F., La Condition postmoderne, Minuit, Paris 1979.
  • Mao, D., The New Modernist Studies, Cambridge University Press, Cambridge 2021.
  • Mazzoni, G., Teoria del romanzo, Il Mulino, Bologna 2011.
  • McHale, B., Postmodernist Fiction, Routledge, London and New York 1987.
  • Miller, T., Late Modernism. Politics, Fiction, and the Arts Between the World Wars, University of California Press, Berkeley 1999.
  • Id., The Continuities of Late Modernism: before and after Beckett, in British and Irish Fiction since 1940, ed. by P. Boxall, B. Cheyette, Oxford University Press, Oxford 2016, pp. 146-160.
  • Moretti, F., Opere mondo. Saggio sulla forma epica dal Faust a cent’anni di solitudine, Einaudi, Torino 1994
  • Pellini, P., Naturalismo e modernismo. Zola, Verga e la poetica dell’insignificante, Artemide, Roma 2016.
  • Id., «Cerveaux de Fruitier», «Enculeurs de mouches»: per una genealogia del modernismo, in Alla ricerca di forme nuove. Il modernismo nelle letterature del primo ‘900, a cura di R. Luperini, Pacini, Pisa 2018, pp. 237-271.
  • Jameson F., Postmodernism, or The Cultural Logic of Late Capitalism, Duke University Press, Durham 1991.
  • Quinones, R. J., Mapping Literary Modernism, Princeton University Press, Princeton 1985.
  • Rabaté, J.M., Una lingua straniata. Gli stili del modernismo, in Il romanzo. La cultura del romanzo, vol. I, a cura di F. Moretti, Einaudi, Torino 2001, pp. 747-773.
  • Id., (ed), A Handbook of Modernism Studies, Wiley-Blackwell, Chichester 2013.
  • Rossi Sebastiano, M., Il realismo obliquo nel romanzo italiano degli anni Trenta, Palumbo, Palermo 2023.
  • Shiach, M., Reading the Modernist novel: an introduction, in The Cambridge Companion to the Modernist Novel, a cura di M. Shiach, Cambridge University Press, Cambridge 2007, pp. 1-14.
  • Somigli, L., Dagli “uomini del 1914” alla “planetarietà”. Quadri per una storia del concetto di modernismo, in Il modernismo in Italia, a cura di R. Luperini e M. Tortora, sezione monografica di «Allegoria», n. 63, 2011, pp. 7-29.
  • Splendore, P., Il secondo Novecento, in Storia della letteratura inglese, a cura di P. Bertinetti, vol. II. Dal Romanticismo all’età contemporanea. Le letterature in inglese, Einaudi, Torino, pp. 249- 320.
  • Toracca, T., Il romanzo neomodernista italiano. Dalla fine del neorealismo alla seconda metà degli anni Settanta, Palumbo, Palermo 2022.
  • Wilde, A., Horizons of Assent. Modernism, Postmodernism, and the Ironic Imagination, John Hopkins University Press, Baltimore and London 1981.
  • Whitworth, M., (ed), Modernism, Blackwell, Oxford 2007

Altra bibliografia di riferimento / Other bibliography / Autres textes théoriques

  • Benvenuti, G., Ceserani R., La letteratura nell’età globale, Il Mulino, Bologna 2012.
  • Bradshaw D, and DettmarK.J.M. (eds), A Companion to Modernist Literature and Culture, Blackwell Publishing, Oxford 2006.
  • Ceserani, R., La maledizione degli “ismi”, in «Allegoria», n. 65-66, 2012, pp. 191-213.
  • Cianci, G., (ed), Modernismo/Modernismi. Dall’avanguardia storica agli anni Trenta e oltre, Principato, Milano 1991.
  • Donnarumma, R., Gadda modernista, ETS, Pisa 2005.
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CALL FOR PAPERS “THE FUNCTIONS OF SURREALISM | FONCTIONS DU SURRÉALISME | FUNZIONI DEL SURREALISMO”

International Conference | Colloque international | Convegno internazionale
Centro Studi “Arti della Modernità”
4-5-6 December 2024 – Torino (Italy)
Extended deadline: 20 June 2024

French and Italian versions follow. The Conference languages will be French, English, Spanish, Italian.

THE FUNCTIONS OF SURREALISM CALL FOR PAPERS

As part of the celebrations for the centenary of Breton’s first Manifesto of Surrealism (1924), the Conference will explore the functions of Surrealism in aesthetic, poetic, ethical, and political terms, examining the Movement’s impact on several fields of knowledge. Going beyond the divisive approach either praising or criticising the Movement, the conference intends to explore Surrealism with a pragmatic approach, focussing on the variety of its effects. The focus will thus be on Surrealism as a cultural object, in the perspective of tracing a history of the narratives of the Movement with the aim less of assessing their “truth” but rather of understanding their scopes and assumptions. The approach will allow to reconsider the several forms of reception of Surrealism with a novel and interdisciplinary methodology, thus suggesting new reconsideration of the legacy of the Movement.

In this sense, the conference will examine the selection operated by the reception of Surrealism: stress on specific traits of the movement is itself an act of interpretation which elides the variety of Surrealist authors as well as the plurality of Surrealisms underlined by Jacqueline Chéniex-Gendron. A broader approach, going beyond the features that have become stereotypical, allows to single out the impact of Surrealism by taking into account several forms of exploration of subconscious states, as well as varied formal strategies ranging from the creative use of metaphor to montage, dissonance and automatic writing (Peter Stockwell).  From the thematic point of view, the Surrealist poetics may come to include the idea of mystical love (Alquié), while also challenging the role of women as passive muses (Simone de Beauvoir, Xavière Gauthier). In political terms, Surrealism critically reinterprets the idea of revolution and redefines the relationship between literature and engagement (Camus, Bataille, Breton), while also developing a specific rhetoric for the form of the manifesto. It also configures a heuristic method, as in the case of Walter Benjamin’s and Claude Lévi-Strauss’s employment of montage techniques, as well as serving as a prototype for children literature (Rodari).

Such wide legacy of Surrealism always implies a selection which emphasises specific features of the Movement while overlooking others, a process that will be inquired in the conference by examining Surrealism in its historical context as well as by tackling the discursive practices developed around it. The conditions favouring such selection will be examined with focus on the history of the reception of Surrealism in the literary field, as well as in the Human and Social Sciences. Special attention will be paid to the transdisciplinary nature of Surrealism, for the way the Movement has borrowed from other disciplines while also influencing their conceptual development, as in the case of disciplines like psychology, philosophy, anthropology, or political philosophy like Marxism. The conference will also consider the global impact and legacy of Surrealism, with focus on how the reception in extra-European cultures can be connected to instances of subversion of established and oppressive categories.

Scientific Committee: Franca Bruera (University of Turin), Elena Galtzova (Russian Academy of Sciences, University Lomonosov), Roberto Gilodi (University of Turin), Giuliana Ferreccio (Centro Studi “Arti della Modernità”), Luigi Marfé (University of Padua), Valeria Marino (University of Turin), Benoît Monginot (University of Turin), Olivier Penot-Lacassagne (Sorbonne Nouvelle University), Luca Pietromarchi (Roma Tre University), Peter Read (University of Kent, UK), Hubert Roland (University of Louvain La Neuve), Emmanuel Rubio (Paris Nanterre University), Laura Santone (Roma Tre University).

Organizing Committee:  Franca Bruera (University of Turin), Frédéric Canovas (Arizona State University), Davide Dalmas (University of Turin), Giuliana Ferreccio (Centro Studi “Arti della Modernità”), Roberto Gilodi (University of Turin), Luigi Marfè (University of Padua), Valeria Marino (University of Turin), Benoît Monginot (University of Turin), Emilia Perassi (University of Turin), Luca Pietromarchi (Roma Tre University), Teresa Prudente (University of Turin), Laura Santone (Roma Tre University), Stefania Stafutti (University of Turin), Lorenza Valsania (University of Turin).

Keynote Speakers: Corrado Bologna (Scuola Normale Superiore of Pisa), Luisa Campuzano (Universidad de la Habana), Frédéric Canovas (Arizona State University), Davide Dalmas  (University of Turin), Valeria Marino (University of Turin), Olivier Penot-Lacassagne (Sorbonne Nouvelle University), Beatrice Sica (University College London), Peter Stockwell (University of Nottingham), Paolo Tamassia (University of Trento).

The Organizing Committee invites proposals for papers addressing, but not limited to, the following topics:

  • The reception of Surrealism as a process of selection 
  • Surrealism and the history of literature
  • The mutual relationship between Surrealism and the Human and Social sciences
  • Surrealist play and its uses
  • Surrealism and political or apolitical stances
  • Surrealism and the canon: subversion and redefinition
  • The legacy of the Surrealist practice of questionnaires and journalistic inquiries
  • Surrealism and Nonsense, Literature of the Absurd, English Gothic, dark humour
  • The legacy of Surrealism in American Counterculture (from 1968 on)
  • Surrealism and Postmodern culture
  • Surrealism and extra-European cultures

250-word abstracts for 20-minute papers must be sent to centrostudiartimodernita@gmail.com by 20 June 2024, together with a short bio-bibliographical profile. Proposals will be read and evaluated by 30 June. Registration fee for Participants: 90 euros; Graduate students and PhDs: 40 euros.

A selection of papers will be published in Cosmo: Comparative Studies in Modernism ( ISSN 2281-6658, the international peer-reviewed digital journal of the Centro Studi Arti della Modernità https://www.ojs.unito.it/index.php/COSMO,https://www.ojs.unito.it/index.php/COSMO/issue/archive. Accepted contributions will be published in the December 2025 issue.


FONCTIONS DU SURRÉALISME APPEL À COMMUNICATIONS

4-6 décembre 2024 – Université de Turin

Colloque international organisé par le Département de Studi Umanistici de l’Université de Turin, en collaboration avec les Universités de Padoue, de Rome III, l’Arizona State University, l’Université Paris III – Sorbonne Nouvelle  et le Centro Studi Arti della Modernità – CSAM Turin)

Ce colloque s’inscrit dans le cadre des célébrations du Manifeste de Breton et voudrait interroger la façon dont le surréalisme joue un rôle comme référent de discours qui proviennent d’autres champs que le champ littéraire. Le but de cette approche par une réception extérieure au champ est d’éviter les effets de polarisations suscités par la rhétorique du mouvement et de sortir de l’alternative entre adhésion et condamnation pour observer le mouvement à partir de la variété de ses effets, sur un mode pragmatiste donc. Il s’agit également de réfléchir à sa constitution comme objet culturel et donc de se placer dans la perspective d’une histoire des récits du surréalisme en s’interrogeant moins sur la vérité factuelle des discours qui s’en saisissent que sur leur visée et leurs présupposés. Cela permet également de ressaisir des rapports entre les discours sur le surréalisme, qui dépassent le surréalisme à la recherche de buts contextuellement définis.

On analysera ainsi les références au surréalisme en s’interrogeant d’une part sur les logiques de sélection mises en œuvre. En effet, certaines mentions du mouvement en constituent déjà une interprétation et/ou une réduction à partir de la sélection de certains traits saillants, évacuant de fait la pluralité historique des auteurs, des autrices voire des surréalismes (pluriel sur lequel a tant insisté Jacqueline Chénieux-Gendron). On pourra ainsi faire de l’étiquette “surréaliste” un synonyme d’exploration de l’inconscient, ou encore d’usage sauvage des puissances de la métaphore ou de tout autre aspect d’une poétique (montage, automatisme etc.). Le terme pourra encore désigner au plan thématique une certaine mystique de l’amour (Alquié) ou la prison musaïque d’une représentation des femmes réduites au rôle d’objet du poème (Simone de Beauvoir, Xavière Gautier). Il indiquera parfois aussi une méthode tout ensemble poétique, heuristique et politique, qu’on pense à l’insistance sur les procédés du montage chez Benjamin ou Lévi-Strauss ou à la revendication d’une rhétorique manifestaire directement inspirée des manifestes du mouvement au sein de certaines mobilisations politiques. Il pourra encore représenter la forme type d’une exploration de l’imaginaire enfantin et de ses potentialités poétiques (Rodari).

Qu’on fasse référence à un imaginaire, à une poétique ou à un ethos rhétorique, s’il est vrai que toute sélection pose et exclut à la fois, il s’agit toujours de se rapporter au(x)surréalismes(s) selon l’accentuation d’une caractéristique et l’exclusion implicite d’autres aspects, accentuation et exclusion dont les raisons sont à chercher autant dans le référent historique (le mouvement surréaliste) que dans les stratégies discursives dans lesquelles s’inscrit la référence. Il sera tout aussi intéressant d’examiner la récupération et le remaniement du surréalisme dans des contextes européens et non européens.

On interrogera donc les conditions de possibilité de telles sélections en les recherchant aussi bien dans l’histoire des discours sur le surréalisme dans le champ littéraire (qui ne peut pas ne pas influencer la réception du mouvement dans le champ des sciences humaines et sociales), que dans la mobilisation, par le Surréalisme lui-même, de concepts provenants des sciences humaines et sociales, mobilisation qui constitue autant de points d’ancrages pour l’inclusion d’une pensée surréaliste dans les dynamiques conceptuelles de telle ou telle discipline ou dans tel ou tel univers discursif (psychologie, philosophie, anthropologie, marxisme).

Comité scientifique : Franca Bruera (Université de Turin), Elena Galtzova (Académie des sciences de Russie, Université d’Etat des sciences humaines, Moscou), R(Université de Turin), Giuliana Ferreccio (Centro Studi “Arti della Modernità”), Luigi Marfé (Université de Padoue), Valeria Marino (Université de Turin), Benoît Monginot (Université de Turin), Olivier Penot-Lacassagne (Université Paris III – Sorbonne Nouvelle), Luca Pietromarchi (Université de Rome III), Peter Read (University of Kent, UK), Hubert Roland (Université Louvain la Neuve), Emmanuel Rubio (Université Paris Nanterre), Laura Santone (Université de Rome III).

Comité d’organisation : Franca Bruera (Université de Turin), Frédéric Canovas (Arizona State University), Davide Dalmas (Université de Turin), Giuliana Ferreccio (Centro Studi “Arti della Modernità”), Roberto Gilodi (Université de Turin), Luigi Marfè (Università di Padova), Valeria Marino (Université de Turin), Benoît Monginot (Université de Turin), Emilia Perassi (Université de Turin), Teresa Prudente (Université de Turin), Stefania Stafutti (Université de Turin), Lorenza Valsania (Université de Turin). 

Conférenciers et conférencières invité.e.s : Corrado Bologna (Scuola Normale Superiore di Pisa), Luisa Campuzano (Universidad de la Habana), Frédéric Canovas (Arizona State University), Davide Dalmas (Université de Turin), Valeria Marino (Université de Turin), Olivier Penot-Lacassagne (Université Paris III – Sorbonne Nouvelle), Beatrice Sica (University College London), Peter Stockwell (University of Nottingham), Paolo Tamassia (Université de Trente).

Liste des macrothèmes:

  • La référence au surréalisme conçue comme opération de sélection (accentuation et exclusion) et ses raisons stratégiques au sein de tel ou tel discours.
  • L’influence des histoires littéraires du surréalisme sur les sciences humaines et sociales.
  • Les références du surréalisme aux sciences humaines comme condition d’une intégration du discours surréaliste à celles-ci.
  • La référence aux rhétoriques du jeu surréaliste et leurs usages.
  • Les références au surréalisme dans la perspective d’un engagement ou d’un désengagement politique.
  • Les transpositions explicites du rapport surréaliste au canon (rejet de canons préexistants, établissement de nouveaux canons, etc.) dans d’autres contextes.
  • Reprises et développements de la stratégie rhétorique et heuristique de l’enquête
  • Récupérations du surréalisme dans les cultures non européenne

Les propositions de communication, d’environ 250 mots, doivent être adressées au comité d’organisation par mail à l’adresse centrostudiartimodernita@gmail.com, avant le 20 juin. Elles seront accompagnées d’un bref profil bio-bibliographique et seront évaluées avant le 30 juin. Le temps de parole est de 20 minutes. Les frais d’inscription à la conférence sont de 90 euros pour les enseignants titulaires et de 40 euros pour les autres. Les langues de la conférence seront l’anglais, l’espagnol le français et l’italien. Une sélection des contributions à la conférence sera publiée par la revue internationale à comité de lecture « Cosmo : Comparative Studies in Modernism » (ISSN 2281-6658 https://www.ojs.unito.it/index.php/COSMO). Les contributions acceptées seront publiées dans le numéro de décembre 2025.


FUNZIONI DEL SURREALISMO CALL FOR PAPERS

Convegno internazionale organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino, in collaborazione con le Università di Padova, Roma Tre, Arizona State University e del Centro Studi Arti della Modernità – CSAM Torino).

Il convegno, che si inserisce nel quadro delle celebrazioni del centenario del Manifesto del Surrealismo (1924), si propone di esaminare la funzione di referente estetico, poetico, etico e politico svolta dal movimento all’interno di ambiti anche diversi da quello letterario. L’obiettivo di questo approccio, basato sulla ricezione esterna al campo, è quello di superare la polarizzazione tra adesione e condanna che ha caratterizzato la retorica del movimento, per osservare il Surrealismo a partire dalla varietà dei suoi effetti, secondo una prospettiva metodologica prevalentemente pragmatista.

Il convegno si propone inoltre di riflettere sulla costituzione del movimento come oggetto culturale e quindi di porsi nella prospettiva di una storia delle narrazioni del Surrealismo, mettendo in discussione non tanto la verità fattuale dei discorsi che lo trattano, quanto i loro obiettivi e presupposti. Questo approccio potrà consentire di cogliere sotto una nuova luce le diverse forme di ricezione del Surrealismo che, inscritte in ambiti nuovi e contestualmente definiti, saranno in grado di superare il Surrealismo stesso, traendo da quest’ultimo spunti e sollecitazioni estetiche per obiettivi e risultati inediti. In particolare, potranno essere esaminati i riferimenti al Surrealismo guardando alle logiche di valorizzazione e/o di esclusione che essi implicano: ogni scelta operata è già implicitamente un’interpretazione o una riduzione basata sulla selezione di alcuni tratti salienti che di fatto elimina la pluralità storica degli autori, delle autrici e persino dei Surrealismi (forma plurale sulla quale Jacqueline Chénieux-Gendron ha posto tanta enfasi). Da questo punto di vista, l’etichetta “surrealista” può essere utilizzata come sinonimo di esplorazione dell’inconscio o di impiego marcato dei poteri della metafora o di qualsiasi altro aspetto della poetica (montaggio, automatismo, ecc., Peter Stockwell). A livello tematico, il termine può anche riferirsi a una certa mistica dell’amore (Alquié) o alla  rappresentazione della donna-musa rinchiusa nel ruolo di oggetto della poesia (Simone de Beauvoir, Xavière Gautier). Spostando l’asse dell’indagine sul piano politico, il Surrealismo avvia a una rilettura critica del concetto di rivolta e del dibattito letteratura-impegno (Camus, Bataille, Breton). A volte indicherà un metodo poetico o euristico, come l’insistenza sui procedimenti di montaggio in Benjamin o Lévi-Strauss, talvolta si configurerà  come forma prototipica della poesia per l’infanzia (Rodari), o come rivendicazione di una retorica del manifesto direttamente ispirata ai manifesti del movimento all’interno di certe mobilitazioni politiche. Sarà altrettanto interessante esaminare il recupero e la rielaborazione del Surrealismo nei contesti europei ed extraeuropei, costituendo in alcune culture la chiave inattesa per un tentativo di liberazione dalla schiavitù del giudizio, sia esso razionale o etico-morale, cui la mente saggia sembra doversi costantemente ancorare.

Che siano legate ad un immaginario, a una poetica o a un ethos retorico, le diverse forme di attualizzazione del Surrealismo si riferiranno al o ai surrealismi originari intensificandone una caratteristica o escludendone implicitamente altre; le ragioni di tali accentuazioni ed esclusioni andranno ricercate tanto nel referente storico (il movimento surrealista), quanto nelle strategie discorsive in cui il riferimento al movimento è inscritto. Verranno esaminate le condizioni che rendono possibili tali selezioni, cercandole nella storia delle narrazioni sul Surrealismo in ambito letterario e nella loro ricezione nelle scienze umane e sociali. Le operazioni di scelta potranno anche essere connesse alla capacità del Surrealismo di mutuare concetti provenienti da altre discipline, aspetto questo fondante per capire come la funzione del Surrealismo sia stata centrale nelle dinamiche concettuali di discipline e universi discorsivi non letterari (psicologia, filosofia, antropologia, marxismo, ecc.).

Elenco dei macrotemi:

  • Riferimento al Surrealismo come operazione di selezione (accentuazione ed esclusione) e alle sue ragioni strategiche all’interno di diversi ambiti disciplinari.
  • Influenza delle storie letterarie del Surrealismo o del discorso letterario sul Surrealismo sulle scienze umane e sociali.
  • Ripresa delle retoriche e dei linguaggi surreali del gioco
  • Riferimenti al Surrealismo in chiave politica o apolitica
  • Trasposizione del rapporto surrealista al canone (rifiuto di canoni preesistenti, costituzione di nuovi canoni, ecc.) in altri contesti
  • Riusi e sviluppi della strategia retorica dell’inchiesta
  • Come i riferimenti surrealisti alle scienze umane costituiscono la condizione per l’integrazione a posteriori del discorso surrealista in discorsi di altre discipline
  • Sviluppi del Surrealismo nella cultura del Postmoderno
  • Recupero del Surrealismo nelle culture extraeuropee

Comitato scientifico: Franca Bruera (Università di Torino), Elena Galtzova (Accademia delle Scienze di Mosca, Università Lomonosov), Roberto Gilodi (Università di Torino), Giuliana Ferreccio (Centro Studi “Arti della Modernità”), Luigi Marfé (Università di Padova), Valeria Marino (Università di Torino), Benoît Monginot (Università di Torino), Olivier Penot-Lacassagne (Université Paris III – Sorbonne Nouvelle), Luca Pietromarchi (Università Roma Tre), Peter Read (University of Kent, UK), Hubert Roland (Université Louvain La neuve), Emmanuel Rubio (Université Paris Nanterre), Laura Santone (Università Roma Tre).

Comitato organizzatore: Franca Bruera (Università di Torino), Frédéric Canovas (Arizona State University), Davide Dalmas (Università di Torino), Giuliana Ferreccio (Centro Studi “Arti della Modernità”), Roberto Gilodi (Università di Torino), Luigi Marfè (Università di Padova), Valeria Marino (Università di Torino), Benoît Monginot (Università di Torino), Emilia Perassi (Università di Torino), Teresa Prudente (Università di Torino), Stefania Stafutti (Università di Torino), Lorenza Valsania (Università di Torino). 

Relatori invitati: Corrado Bologna (Scuola Normale Superiore di Pisa), Luisa Campuzano (Universidad de la Habana), Frédéric Canovas (Arizona State University), Davide Dalmas (Università di Torino), Valeria Marino (Università di Torino), Olivier Penot-Lacassagne (Université Paris III – Sorbonne Nouvelle), Beatrice Sica (University College London), Peter Stockwell (University of Nottingham), Paolo Tamassia (Università di Trento)

Le proposte di comunicazione, di circa 250 parole, vanno indirizzate al comitato organizzatore tramite la casella e-mail centrostudiartimodernita@gmail.com, entro il 20 giugno 2024, insieme a un breve profilo biografico. Le proposte saranno valutate entro il 30 giugno 2024. Gli interventi dovranno essere di 20 minuti ciascuno. La quota di iscrizione al convegno è di 90 euro per i relatori strutturati e di 40 euro per gli altri. Le lingue del convegno saranno il francese, l’inglese, l’italiano, lo spagnolo.

Una selezione dei contributi al convegno sarà ospitata dalla rivista internazionale peer-reviewed di fascia A (Anvur) «Cosmo: Comparative Studies in Modernism» (ISSN 2281-6658, http://www.ojs.unito.it/index.php/COSMO). I contributi accettati saranno pubblicati sul numero di dicembre 2025.


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CALL FOR PAPERS “ATTRAVERSO I CONFINI: DE MARTINO E LE ARTI” | “CROSSING BORDERS: DE MARTINO AND THE ARTS”

CoSMo. Comparative Studies in Modernism
Rivista scientifica di Fascia “A” (ANVUR) del Centro Studi Arti della Modernità
http://www.ojs.unito.it/index.php/COSMO


CALL FOR PAPERS | APPEL À CONTRIBUTIONS

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ATTRAVERSO I CONFINI: DE MARTINO E LE ARTI
CROSSING BORDERS: DE MARTINO AND THE ARTS
N. 26 – Giugno 2025

English and French versions follow. Visualizza la Call for Papers:

Le studiose e gli studiosi interessati sono invitati a far pervenire entro il 15 Giugno 2024 l’abstract in inglese della propria proposta (250 parole circa), corredato da un breve profilo bio-bibliografico, inviandolo via mail ai curatori Roberto Dainotto (dainotto@duke.edu) Francesco Lesce (francescolesce.uni@gmail.com) e Luisa Sampugnaro (luisa.sampugnaro@unito.it).

L’esito della selezione delle proposte sarà comunicato via mail entro la fine del mese di Luglio 2024. I contributi non dovranno superare i 40.000 caratteri (spazi e note inclusi), potranno essere redatti in italiano, inglese, francese, e saranno valutati in double-blind peer review. Gli articoli in versione definitiva dovranno pervenire alla rivista entro il 15 dicembre 2024.

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1922/2022 – TOTAL MODERNISM: CONTINUITY, DISCONTINUITY, AND THE EXPERIMENTAL TURN

 loghi

INTERNATIONAL CONFERENCE

 

1922/2022 – TOTAL MODERNISM:
CONTINUITY, DISCONTINUITY, AND THE EXPERIMENTAL TURN

Centro Studi “Arti della Modernità”

18-19-20 May 2022 – Torino (Italy)

CALL FOR PAPERS

 

 DEADLINE EXTENDED TO JANUARY 7

 

The year 1922 signals neither the birth of modernism nor its comprehensive scope, but it can certainly point to a decisive divide marking ends and beginnings. Some key works of literary High Modernism were conceived, written, or completed in that year—T.S. Eliot’s The Waste Land, James Joyce’s Ulysses, Alban Berg’s Wozzeck, Rainer Maria Rilke’s Duineser Elegien, Kafka’s The Castle, Proust’s Sodome et Gomorrhe, just to name the most obvious ones. On the theoretical side, Arnold Schönberg published his Theory of Harmony, Viktor Shklovsky expanded on his idea of defamiliarization (“art as device”) in the direction of a theory of prose, Clive Bell and Roger Fry elaborated on “significant form”. Just as importantly, the year 1922 saw the emergence of other crucial cultural productions that the canon of modernism has been slow—or reluctant—to incorporate, such as cinema, cabaret, dance, popular music.

 

A Dialogue between High and Low?

 

Recent scholarship has drawn attention to explicit connections between high-brow modernist masterpieces and a host of other “low-brow” cultural forms, as the new arts were deemed then, which demand their inclusion into the canon of modernism, just as Benjamin, Kracauer and others were soon to point out. The year 1922 seems to highlight a historical watershed where traditional binary oppositions of high and low, old and new, order and chaos appear to be disrupted by the formation of more complex hierarchies.

How did “high culture” uptake the popular arts and what was the meaning and outcome of such cross-fertilization? On the other hand, in what ways and to what results did the popular arts absorb modernist experimentation? Are those transformations, connections, and turns still of some interest to us today? What differentiates the high and the low? How do we define them? If we contrast the 2010s artistic productions and those ground-breaking experiments, do we find continuities or discontinuities and in what sense? Thinking back to 1922 from today, can we still talk of experimental art? Can a past revolution be inherited and in what way?

The Centro Studi Arti della Modernità (http://centroartidellamodernita.it/) is organizing an International Conference on 1922/2022 – Total Modernism: Continuity, Discontinuity, and the Experimental Turn to be held in Turin in May 2022. The conference will be held in person unless circumstances change. We will keep updating should problems arise for international travel. This conference seeks contributions addressing these decisive aspects of modernism in its golden year of 1922, a year in which, as Jean-Michel Rabaté has suggested, “one might be tempted to replace ‘high modernism’ with ‘total modernism’” or argue that the main problematic “object of high modernism is totality just before it turns into totalitarianism” (Rabaté 2015). It is this claim for high modernism as “total modernism”, and its reverberations today, that this conference is committed to examine, exploring the ways in which “one sees a metamorphosis of the Wagnerian Gesamtkunstwerk into an artistic totality that combines all media (music, poetry, painting, staging, dancing, and film) and, moreover, superimposes the most experimental and the most popular” (Rabaté 2015).

 

Academic Advisors: Alexander Etkind (European University, Florence), Marie-Laure Ryan (Independent Scholar), Jens Brockmeier (American University, Paris), Andrei Bronnikov (Independent Scholar), Roxana Preda (University of Edinburgh), Ann Banfield (University of California, Berkeley).

Conveners: Franca Bruera (University of Turin), Giuliana Ferreccio (University of Turin), Roberto Gilodi (University of Turin), Luigi Marfè (University of Padova), Daniela Nelva (University of Turin), Massimiliano Tortora (University of Turin).

Keynote Speakers: Jean-Michel Rabaté (University of Pennsylvania), Peter Nicholls (New York University), Thomas Macho (Humboldt, IFK Wien), Raffaele Donnarumma (University of Pisa), Hubert Roland (Université Catholique de Louvain), Sigrid Weigel (Zentrum für Literatur- und Kulturforschung, Berlin).

The Conference Advisory Board will consider proposals for papers addressing, but not limited to, the following topics:

  • Form vs. Performance
  • Ends and Beginnings
  • The relation between words, things and ideas in literature and philosophy
  • Aesthetic autonomy / aesthetic totality
  • Citation, displacement, fragmentation
  • Plurilingual, Transnational modernism
  • Subjectivity and anti-subjectivism
  • Gesamtkunstwerk as the expression of an epoch
  • International Style: The Bauhaus, the Vhkutemas and others
  • Architecture: Le Corbusier and Frank Lloyd Wright
  • Classicism old and new
  • New music and the new visual arts
  • Photography and Cinema
  • Ballet, cabaret, popular music
  • Dada vs. Surrealism
  • Cosmopolitan diaspora
  • Conservative revolutions
  • East European Modernism
  • American vs. European Modernism
  • Expatriates in Paris, London, Berlin, Vienna
  • The city as total space

 

Proposals of about 250 words may be submitted to convenors through centrostudiartimodernita@gmail.com, by 7 January 2022, together with a bio-bibliographical profile. Proposals will be read and evaluated by 20 January 2022. The time of delivery for each paper should be no more than 20 minutes. Registration fee for Participants: 70 euros; Graduate Students and PhDs: 40 euros. The conference languages will be English, French and Italian.

A number of conference presentations will be selected for publication in Cosmo: Comparative Studies in Modernism (ISSN 2281-6658, http://www.ojs.unito.it/index.php/COSMO) the digital international, peer-reviewed journal of the Centro Studi Arti della Modernità. Accepted contributions will be published in Cosmo’s June 2023 issue.

 

 

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CALL FOR PAPERS

 

L’anno 1922 non segna la nascita del modernismo, né tantomeno ne racchiude il raggio d’azione, ma può senza dubbio indicare una cesura tra un inizio e una fine. Alcune opere chiave del modernismo letterario sono state concepite, scritte o completate in quell’anno: The Waste Land di T.S. Eliot, Ulysses di James Joyce, il Wozzeck di Alban Berg, le Duineser Elegien di Rainer Maria Rilke, Das Schloß di Franz Kafka, Sodome et Gomorrhe di Marcel Proust, per nominare solo le più note. Dal punto di vista teorico, Arnold Schönberg ha pubblicato la sua Harmonielehre, Viktor Sklovskij ha sviluppato la sua idea di straniamento (“l’arte come procedimento”) nella direzione di una teoria della prosa, Clive Bell e Roger Fry hanno elaborato la nozione di “forma significante”. Il 1922 ha visto inoltre l’emergere di altre cruciali produzioni culturali, entrate nel canone modernista solo lentamente, come il cinema, il cabaret, la danza, la musica popolare.

 

Un dialogo fra alto e basso?

 

Studi recenti hanno posto l’attenzione sui legami espliciti che collegano i capolavori del modernismo letterario a una serie di forme culturali popolari, come erano allora considerate le nuove arti, che reclamavano l’inclusione nel canone modernista, secondo quanto avrebbero presto sostenuto Benjamin, Kracauer e altri. Il 1922 pare rappresentare in questo senso uno spartiacque storico, nel quale le tradizionali opposizioni binarie tra l’alto e il basso, il vecchio e il nuovo, l’ordine e il caos sono scompaginate dal formarsi di gerarchie più complesse.

In che modo la cultura alta si è appropriata delle arti popolari e quali sono stati il significato e l’esito di questa ibridazione? In quali forme e con quali risultati le arti popolari hanno assimilato le sperimentazioni moderniste? Qual è l’interesse, oggi, di tali trasformazioni, incroci, svolte? Cosa distingue l’alto e il basso? Come li si può definire? Mettendo a confronto la produzione artistica attuale con quegli esperimenti innovativi, quali elementi di continuità e discontinuità si possono trovare? Ripensando oggi al 1922 si può ancora parlare di arte sperimentale? In cosa consiste l’eredità di quella rivoluzione?

Il Centro Studi “Arti della Modernità” (http://centroartidellamodernita.it/) organizzerà a Torino, nel maggio 2022, un convegno internazionale in presenza, salvo aggiornamenti, dal titolo 1922/2022 – Modernismo totale. Continuità, discontinuità e la svolta sperimentale. Il convegno è aperto a contributi su questi aspetti decisivi del modernismo nell’annus mirabilis del 1922, un anno in cui, come ha osservato Jean-Michel Rabaté, “si potrebbe essere tentati di sostituire l’espressione ‘alto modernismo’ con quella di ‘modernismo totale’”, o sostenere che l’oggetto primario e problematico del modernismo sia “la totalità appena prima che si trasformi in totalitarismo” (Rabaté 2015). Il convegno intende esaminare questa riformulazione di “alto modernismo” in “modernismo totale”, cogliendo anche i suoi riflessi nella cultura contemporanea, ed esplorare le modalità in cui “il Gesamtkunstwerk wagneriano può trasformarsi in una totalità artistica che combina tutti i media (musica, poesia, pittura, messa in scena, danza e film), sovrapponendo ciò che è più sperimentale a ciò che è più popolare” (Rabaté 2015).

 

Comitato scientifico: Alexander Etkind (European University, Firenze), Marie-Laure Ryan (Independent Scholar), Jens Brockmeier (American University, Paris), Andrei Bronnikov (Independent Scholar), Roxana Preda (University of Edinburgh), Ann Banfield (University of California, Berkeley).

Comitato organizzatore: Franca Bruera (Università di Torino), Giuliana Ferreccio (Università di Torino), Roberto Gilodi (Università di Torino), Luigi Marfè (Università di Padova), Daniela Nelva (Università di Torino), Massimiliano Tortora (Università di Torino).

Relatori invitati: Jean-Michel Rabaté (University of Pennsylvania), Peter Nicholls (New York University), Thomas Macho (Humboldt, IFK Wien), Raffaele Donnarumma (Università di Pisa), Hubert Roland (Université Catholique de Louvain), Sigrid Weigel (Zentrum für Literatur- und Kulturforschung, Berlin).

Il comitato scientifico del convegno prenderà in esame le proposte di comunicazione che perverranno sui seguenti argomenti:

  • Forma vs. Performance
  • Fine e inizio
  • La relazione tra parole, cose e idee in letteratura e filosofia
  • Autonomia estetica/totalità estetica
  • Citazione, spaesamento, frammentismo
  • Il modernismo plurilingue e transnazionale
  • Il modernismo dell’Est Europa
  • Soggettività e anti-soggettivismo
  • Gesamtkunstwerk come espressione di un’epoca
  • L’arte internazionale: Bauhaus, Vchutemas e altro
  • L’architettura: Le Corbusier e Frank Lloyd Wright
  • Classicismi vecchi e nuovi
  • La musica e le nuove arti visive
  • Fotografia e cinema
  • Danza, cabaret, musica popolare
  • Dada vs. Surrealismo
  • Diaspora cosmopolita
  • Rivoluzioni conservatrici
  • Modernismo americano vs. modernismo europeo
  • Gli espatriati a Parigi, Londra, Berlino, Vienna
  • La città come spazio totale

 

Le proposte di comunicazione, di circa 250 parole, vanno indirizzate al comitato organizzatore tramite la casella email centrostudiartimodernita@gmail.com, entro il 7 gennaio 2022, insieme a un breve profilo biografico. Le proposte saranno valutate entro il 20 gennaio 2022. Gli interventi dovranno essere di 20 minuti ciascuno. La quota di iscrizione al convegno è di 70 euro per i relatori strutturati e di 40 euro per gli altri. Le lingue del convegno saranno l’inglese, il francese e l’italiano.

Una selezione dei contributi al convegno sarà ospitata dalla rivista internazionale peer-reviewed «Cosmo: Comparative Studies in Modernism» (ISSN 2281-6658, http://www.ojs.unito.it/index.php/COSMO). I contributi accettati saranno pubblicati sul numero di giugno 2023.

 

 

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APPEL À COMMUNICATIONS

 

L’année 1922 ne marque pas la naissance du modernisme, ni n’en résume la portée, mais elle peut sans doute indiquer la césure entre un début et une fin. Certaines œuvres clés du modernisme littéraire ont été conçues, écrites ou achevées cette année-là : The Waste Land de T.S. Eliot, Ulysses de James Joyce, Wozzeck d’Alban Berg, Duineser Elegien de Rainer Maria Rilke, Das Schloß de Franz Kafka, Sodome et Gomorrhe de Marcel Proust, pour ne citer que les plus célèbres. D’un point de vue théorique, Arnold Schönberg publie son Harmonielehre, Victor Chklovski développe le concept de défamiliarisation dans le cadre d’une théorie de la prose, Clive Bell et Roger Fry élaborent la notion de « forme signifiante ». L’année 1922 voit également apparaître des formes de productions culturelles cruciales, qui n’entreront que lentement dans le canon moderniste, comme le cinéma, le cabaret, la danse et la musique populaire.

 

Un dialogue entre le haut et le bas ?

 

Des études récentes ont attiré l’attention sur les liens explicites qui unissent les chefs-d’œuvre du modernisme littéraire à toute une série de formes culturelles populaires – parmi lesquelles on classe alors les nouvelles formes d’art telles que le cinéma – dont l’appartenance au canon moderniste sera bientôt affirmée par Benjamin, Kracauer et bien d’autres. En ce sens, et comme la critique l’a souvent souligné, 1922 semble représenter un tournant historique, dans lequel les oppositions binaires traditionnelles entre le haut et le bas, l’ancien et le nouveau, l’ordre et le chaos sont perturbées par la formation de hiérarchies plus complexes.

Comment la haute culture s’est-elle appropriée les arts populaires et en quoi consistent le sens et les résultats de cette hybridation ? Sous quelles formes les arts populaires ont-ils assimilé les expériences modernistes ? Quel est l’intérêt, aujourd’hui, de ces transformations et de ces croisements ? Qu’est-ce qui distingue le haut du bas ? Comment peut-on les définir ? En comparant la production artistique actuelle avec ces expériences innovantes, quels éléments de continuité et de discontinuité peut-on trouver ? En quoi consiste l’héritage de cette révolution ?

En mai 2022, le Centro Studi “Arti della Modernità” (http://centroartidellamodernita.it/) organisera un colloque international à Turin dont le titre sera : 1922/2022 – Un modernisme total. Continuité, discontinuité : le tournant expérimental. Le colloque aura lieu en présence si les conditions sanitaires le permettent. Ce colloque est ouvert à des contributions qui portent sur le modernisme en 1922, année qui, comme l’a observé Jean-Michel Rabaté, signe peut-être le passage d’un « haut modernisme » à un « modernisme total », dans le sens où l’objet premier et problématique du modernisme y devient « la totalité peu avant que celle-ci ne se transforme en totalitarisme » (Rabaté 2015). C’est donc cette reformulation du « haut modernisme » en « modernisme total » que le colloque examinera, ainsi que les traces de ce tournant dans la culture contemporaine. Il s’agira de comprendre de quelle manière « le Gesamtkunstwerk wagnérien [a pu être] transformé en une totalité artistique qui combine tous les médias (musique, poésie, peinture, mise en scène, danse et film), par un croisement entre le plus expérimental et le plus populaire » (Rabaté 2015).

 

Comité scientifique: Alexander Etkind (European University, Firenze), Marie-Laure Ryan (Independent Scholar), Jens Brockmeier (American University, Paris), Andrei Bronnikov (Independent Scholar), Roxana Preda (University of Edinburgh), Ann Banfield (University of California, Berkeley).

Comité d’organisation: Franca Bruera (Università di Torino), Giuliana Ferreccio (Università di Torino), Roberto Gilodi (Università di Torino), Luigi Marfè (Università di Padova), Daniela Nelva (Università di Torino), Massimiliano Tortora (Università di Torino).

Conférenciers et conférencières invité.e.s: Jean-Michel Rabaté (University of Pennsylvania), Peter Nicholls (New York University), Thomas Macho (Humboldt, IFK Wien), Raffaele Donnarumma (Università di Pisa), Hubert Roland (Université Catholique de Louvain), Sigrid Weigel (Zentrum für Literatur- und Kulturforschung, Berlin).

Le comité scientifique examinera les propositions de communication qui porteront sur les thèmes suivants :

  • Forme et performance
  • La fin et le commencement
  • La relation entre les mots, les choses et les idées en littérature et en philosophie
  • Autonomie esthétique/Totalité esthétique
  • Citation, déplacement, fragmentation
  • Modernisme multilingue et transnational
  • Modernisme de l’Est Européen
  • Subjectivité et anti-subjectivisme
  • Le Gesamtkunstwerk comme expression d’une époque
  • Art international : Bauhaus, Vchutemas,
  • Architecture : Le Corbusier et Frank Lloyd Wright
  • Anciens et nouveaux classicismes
  • La musique et les nouveaux arts visuels
  • Photographie et cinéma
  • Danse, cabaret, musique populaire
  • Dada et Surréalisme
  • Diaspora cosmopolite
  • Révolutions conservatrices
  • Modernisme américain et modernisme européen
  • Expatriés à Paris, Londres, Berlin et Vienne
  • La ville comme espace total

 

Les propositions de communication, d’environ 250 mots, doivent être adressées au comité d’organisation par mail à l’adresse centrostudiartimodernita@gmail.com, avant le 7 janvier 2022. Elles seront accompagnées d’un bref profil bio-bibliographique et seront évaluées avant le 20 janvier 2022. Le temps de parole est de 20 minutes. Les frais d’inscription à la conférence sont de 70 euros pour les enseignants titulaires et de 40 euros pour les autres. Les langues de la conférence seront l’anglais, le français et l’italien.

Une sélection des contributions à la conférence sera publiée par la revue internationale à comité de lecture « Cosmo : Comparative Studies in Modernism » (ISSN 2281-6658, http://www.ojs.unito.it/index.php/COSMO). Les contributions acceptées seront publiées dans le numéro de juin 2023.

 

 

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