CALL FOR PAPERS “Neomodernismi. Declinazioni e riconfigurazioni della narrativa modernista europea: 1945-1989”
A cura di Carmen Gallo, Giulio Iacoli, Francesca Lorandini, Tiziano Toracca
CoSMo: Comparative Studies in Modernism (uscita prevista giugno 2026)
Invito a contribuire
Deadline: 15 gennaio 2025
English and French versions follow.
Neomodernismi.
Declinazioni e riconfigurazioni della narrativa modernista europea: 1945-1989
La seguente indagine muove dall’idea che il modernismo non tramonti alle soglie degli anni Trenta, Quaranta o Cinquanta del Novecento – quando si consuma una conversione neo-realista (R. Bonadei, 1991, Splendore, 2000, Rossi Sebastiano, 2023), quando esce Finnegans Wake (1939) o quando muoiono alcuni autori e autrici esemplari come Joyce o Woolf (1941), quando scoppia la Seconda guerra mondiale (Anderson, 1984; Quinones, 1985; Shiach, 2007) o quando prende avvio l’età postmoderna (Lyotard, 1979; Wilde, 1981; McHale, 1987; Hutcheon, 1989; Jameson, 1991; Ceserani, 1997) – ma sopravviva nella seconda metà del XX secolo, sebbene in forme inevitabilmente ricalibrate. In questa prospettiva – che considera il modernismo una categoria non solo storiografica, ma anche interpretativa (Calinescu, 1977; Mazzoni, 2011; Donnarumma, 2014; Cangiano, 2018) – l’obiettivo del presente ‘focus’ è duplice: da un lato, verificare quali romanzi del secondo Novecento ereditino il modernismo ripensando o rovesciando le sue marche tematico-formali e ideologiche, e tra queste il peso attribuito alla prospettiva soggettiva del racconto e all’autoriflessività formale (Bürger, 1992; Rabaté, 2001) e la presa di distanza dal realismo ottocentesco e dal naturalismo, spesso eletti a idoli polemici rispetto ai quali legittimare una nuova forma di rappresentazione del mondo (Eystensson, 1990; Bertoni, 2007; Pellini, 2016 e 2018); dall’altro lato, indagare in che modo una simile eredità, complessa e eterogenea quanto instabile e dibattuta è la stessa categoria di modernismo (Bradbury-McFarlane, 1976; Moretti, 1994; Levenson, 1999; Rabatè, 2013), faccia i conti con la trasformazione del contesto storico, politico e sociale [tra tutti le sorti dell’imperialismo, centrale per il modernismo storico come sottolineato da Jameson 1988, Said 1993, Rigby 2000] e del campo letterario europeo tra la seconda metà degli anni Quaranta e la fine degli anni Ottanta (Lewis, 2011; Somigli, 2011; Mao, 2021; Toracca 2022, Iacoli, 2023). È significativo, infatti, che nella narrativa del periodo preso in esame si facciano strada nuovi modi di intendere il rapporto tra individuo e collettività nei regimi democratici, e il rapporto con la tradizione culturale e letteraria venga sempre più declinato in relazione a fenomeni che spingono a reinterpretare lo spazio di indagine della scrittura. La decolonizzazione, le ondate migratorie, la riconfigurazione dei campi di forza all’interno di società multietniche, l’identità intesa come legame di appartenenza a un gruppo ma anche come spazio di rivendicazione e autodeterminazione, la crescente presa di parola di categorie emarginate o sottorappresentate, la frammentazione del sapere e il rapporto con la scienza e la tecnica generano nuove forme di vita, che la narrativa tenta di definire e comprendere, anche attraverso l’integrazione di punti di vista eterogenei.
Considerando le più o meno marcate differenze tra le varie tradizioni nazionali, abbiamo preferito indicare non delle soglie di tipo letterario o culturale, ma delle date storiche, cioè il 1945 (quando finisce la Seconda guerra mondiale) e il 1989 (quando cade il muro di Berlino, cessa la guerra fredda tra URSS e Stati Uniti), che sono di sicuro significato per il contesto europeo su cui abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione, nonostante le profonde influenze che provengono da contesti e tradizioni extraeuropee di cui sarà d’obbligo comunque tenere conto. A guidare questa decisione sono ragioni pratiche e di coerenza dell’indagine, ma soprattutto due dati che ci sembrano importanti. Il primo, di ordine storico, è il seguente: nel periodo compreso tra la seconda metà degli anni Quaranta e i primi anni Novanta molti paesi europei, tra cui l’Italia, avviano un processo di cooperazione postbellica e d’integrazione economica, politica e culturale che porterà alla firma del Trattato di Maastricht (1992), cioè alla creazione dell’Unione Europea. Si tratta dunque di un periodo in cui l’Europa è al centro di una serie di trasformazioni che riguardano la sua stessa identità, di un periodo in cui la globalizzazione (e dunque, pensando alla letteratura e alle arti, la planetarizzazione dei generi e delle forme: si pensi ad esempio alla nascita del global novel) convive accanto al tentativo di creare o comunque rafforzare un’identità economica, politica e culturale europea. Il secondo, di tipo più strettamente letterario, riguarda invece la quasi totale mancanza di riferimenti al modernismo o alla cultura del modernismo nelle storie letterarie europee del secondo Novecento. Mentre negli Stati Uniti esiste la categoria di Late Modernism (1930-1960) e si registra un attivo dibattito sulle persistenze del modernismo angloamericano nei decenni immediatamente successivi al tramonto del modernismo storico, rispetto alla categoria di postmodernismo e rispetto persino all’estremo contemporaneo (Miller, 1999 e 2016; Whitworth, 2007; Genter, 2010), un dibattito che beneficia anche dell’espansione – nel tempo e nello spazio – della categoria di modernismo promossa dai New Modernist Studies (Mao and Walkovitz 2008), nella storiografia europea si riscontra la quasi totale assenza di una riflessione sull’eredità della stagione modernista, sulla possibile reviviscenza dello sperimentalismo modernista, sulla sua concomitanza con quello promosso dalle nuove avanguardie, sui suoi legami con la cultura postmoderna, sull’influenza, insomma, che sulla narrativa europea del breve secondo Novecento possono aver avuto la lezione o il modello – in ordine sparso – di Conrad, James, Proust, Joyce, Woolf, Kafka, Faulkner, Mann, Musil, Broch, Céline, Wolfe, Svevo o Pirandello. Molti di questi scrittori rientrano, ad esempio, nel canone proposto da Milan Kundera nell’Art du roman (Kundera, 1986), che presenta le sue riflessioni da scrittore e non da teorico della letteratura, proponendo una visione sovranazionale del romanzo, inteso come un’arte che va concepita nella lunga durata, aldilà delle correnti, delle scuole e degli “ismi”.
In questa sezione ‘Focus’ di CoSMo: Comparative Studies in Modernism vorremmo interrogarci proprio sull’utilità critica e storiografica del termine modernismo, per capire se, per i decenni che prendiamo in considerazione, si possa individuare una tradizione del modernismo, o si possa parlare, ad esempio, di secondo modernismo o di nuovi modernismi. Esistono delle declinazioni specifiche del modernismo che vadano al di là di semplici tracce, casi isolati o tardi epigoni e che anzi permettano di interpretare diversamente e avvicinare utilmente fra loro romanzi solitamente interpretati in altre prospettive? Che peso hanno le traduzioni dei capolavori modernisti per gli scrittori e le scrittrici che esordiscono tra gli anni Quaranta e gli anni Ottanta? In che modo i neomodernismi interagiscono con le principali categorie utilizzate dalla critica per descrivere il campo letterario di questi anni (neorealismo, Nouveau Roman, neoavanguardia, postmodernismo) o con alcuni fenomeni che emergono in quel periodo (guerra fredda, impegno, boom economico, ’68, post-colonialismo, femminismo, ecologismo) e che modificano radicalmente l’immaginario?
Lista dei macrotemi su cui è possibile intervenire (non esclusivi)
- Costanti e varianti del modernismo nel secondo Novecento europeo
- Rapporti di continuità tra modernismo e nuovi temi (es. nuovo impegno, ecologismo, postcolonialismo, femminismo, globalizzazione, turbocapitalismo, antropocene)
- Influenze extraeuropee e planetarizzazione delle forme
- Testi esemplari di specifiche tradizioni letterarie: modelli, riprese, riconfigurazioni
- Traiettorie autoriali influenti
- Periodizzazione, canone, usi e abusi della categoria di modernismo
- Cultura postmoderna, neomodernismi e nuovi realismi
- Neomodernismo e Neoavanguardia
- I nuovi modernismi e gli studies
- Intertestualità e confini di genere
- Traduzioni e traiettorie di campo
Termini
Le proposte di intervento, un abstract di max. 1500 caratteri e una breve nota biografica, dovranno pervenire a centrostudiartimodernita@gmail.com entro il 15 gennaio 2025. L’accettazione o meno della proposta verrà comunicata entro il 15 febbraio 2025. Il termine per la consegna del contributo, di max. 30.000 caratteri, è il 15 gennaio 2026.
Lingue ammesse per i contributi Italiano, Inglese, Francese
CoSMo: Comparative Studies in Modernism (expected release: June 2026)
Call for papers
Neomodernisms.
Rethinking and reshaping Modernism in European fiction: 1945-1989
Edited by Carmen Gallo, Giulio Iacoli, Francesca Lorandini, Tiziano Toracca
The starting assumption of this investigation is that modernism did not decline on the threshold of the 1930s, 1940s or 1950s, in conjuction with some crucial events such as the conversion to neo-realism (R. Bonadei, 1991, Splendore, 2000, Rossi Sebastiano, 2023), the publication of Finnegans Wake (1939), the death of Joyce and Woolf (1941), the outbreak of the Second World War (Anderson, 1984; Quinones, 1985; Shiach, 2007), or the presumptuous beginning of postmodern age (Lyotard, 1979; Wilde, 1981; McHale, 1987; Hutcheon, 1989; Jameson, 1991; Ceserani, 1997). Rather, it survived in the second half of the 20th century, albeit in inevitably recalibrated forms. Considering modernism not only as a historiographical, but also as an interpretative category (Calinescu, 1977; Mazzoni, 2011; Donnarumma, 2014; Cangiano, 2018), the aim of this ‘focus’ is twofold: on the one hand, to verify which novels of the second half of the twentieth century inherit modernism by rethinking or overturning its thematic, formal, and ideological features, and in particular its subjective perspective, the formal self-reflexivity (Bürger, 1992; Rabaté, 2001), and the distancing from nineteenth-century realism and naturalism (Eystensson, 1990; Bertoni, 2007; Pellini, 2016 and 2018); on the other hand, to investigate how the legacy of modernism, which is itself a complex and heterogeneous category (Bradbury-McFarlane, 1976; Moretti, 1994; Levenson, 1999; Rabatè, 2013), comes to terms with the transformation of the historical, political, and social context, such as the different role of imperialism [central to historical modernism as underlined by Jameson 1988, Said 1993, Rigby 2000] and the new ways of understanding the relationship between the individual and the community in democratic regimes. By the second half of the 1940s until the end of the 1980s, the European literary field also undergoes several changes (Lewis, 2011; Somigli, 2011; Mao, 2021; Toracca 2022, Iacoli, 2023) that reshape the rapport with the cultural and literary tradition and open up the way to the investigation of new spaces of writing. Narrative attempts to define and understand, through heterogeneous points of view, new issues such as decolonization, waves of migration, the reconfiguration of power dynamics within multi-ethnic societies; identity understood as a form of belonging to a group but also as a space of claim and self-determination; the growing voice of marginalized or underrepresented categories; the fragmentation of knowledge and the relationship with science and technology.
Given the more or less marked differences between the various national traditions, it was hard to find common literary or cultural thresholds, so we opted for historical dates, namely 1945 (when the Second World War ended) and 1989 (when the Berlin Wall fell and the Cold War between the USSR and the United States ended), which are significant for the European context that is our field of investigation [nonetheless profound influences from extra-European contexts and traditions will also be taken into account]. Between the second half of the 1940s and the early 1990s, many European countries, including Italy, began a process of post-war cooperation and economic, political, and cultural integration that would lead to the signing of the Maastricht Treaty (1992), that is, to the creation of the European Union. This is therefore a period in which Europe is at the centre of a series of transformations that concern its very identity, and globalisation (which includes the planetarisation of genres and forms) coexists alongside the attempt to create or at least strengthen a European economic, political and cultural identity.
A further reason to focus our literary investigation on Europe 1945-1989 is the almost total lack of references to modernism or the culture of modernism of the second half of the twentieth century in the European literary histories. While in the United States the category of Late Modernism (1930-1960) is widely debated as well as the persistence of Anglo-American modernism, the span of postmodernism (Miller, 1999 and 2016; Whitworth, 2007; Genter, 2010), and the possibility to expand the category of modernism in time and space (Mao and Walkovitz 2008), in European literary historiography some key aspects such as the legacy of the modernist season, the possible revival of modernist experimentalism, its links with new avant-gardes and postmodern culture, in short, the influence – in no particular order – of Conrad, James, Proust, Joyce, Woolf, Kafka, Faulkner, Mann, Musil, Broch, Céline, Wolfe, Svevo or Pirandello – have been usually neglected.
In this ‘Focus’ section of CoSMo: Comparative Studies in Modernism we would like to assess the critical and historiographical utility of the term modernism, to understand whether, for the decades we are considering, we can identify a tradition of modernism, or we can speak, for example, of a second modernism or of new modernism. Is it possible to outline specific declinations of modernism that go beyond simple traces, isolated cases or late epigones and that indeed allow us to interpret differently and usefully put together novels usually analysed from other perspectives? What weight do translations of modernist masterpieces have for writers who debuted between the 1940s and the 1980s? How do new modernisms interact with the main categories used by critics to describe the literary field of these years (neorealism, Nouveau Roman, neo-avant-garde, postmodernism) or with some phenomena that emerged in that period (cold war, commitment, economic boom, ’68, post-colonialism, feminism, environmentalism) and that radically modified the imagination?
Possible approaches and fields of investigation are listed below, but further explorations of the topic are encouraged.
- Constants and variants of Modernism in European fiction [1945-1989]
- Modernism and new ideas (e.g. new commitment, ecologism, post-colonialism, feminism, globalisation, turbo-capitalism, anthropocene)
- Extra-European influences and the planetarisation of forms
- Exemplary texts from specific literary traditions: models, revivals, and reconfigurations
- Influential authorial figures
- Periodization, canon, uses and abuses of the category of modernism
- Postmodern culture, neo-modernisms and new realisms
- Neo-Modernism and the New Avant-Garde
- New Modernisms and Studies
- Intertextuality and literary genres boundaries
- Translation, adaptation, remediation
Deadlines
Proposals, an abstract of max. 1500 characters and a brief biographical note, should be sent to centrostudiartimodernita@gmail.com by January 15, 2025. Acceptance or non-acceptance of the proposal will be communicated by February 15, 2025. The deadline for submission of the paper, of max. 30,000 characters, is January 15, 2026.
Languages allowed for submissions
Italian, English, French
CoSMo : Comparative Studies in Modernism (sortie prévue en juin 2026)
Appel à contributions
Néo-modernismes.
Variations et reconfigurations de la fiction moderniste européenne : 1945-1989
Sous la direction de Carmen Gallo, Giulio Iacoli, Francesca Lorandini, Tiziano Toracca
Nous avançons l’hypothèse que le modernisme ne s’achève pas au seuil des années 1930, 1940 ou 1950, à savoir au moment se produisent certains événements décisifs, comme la conversion néo-réaliste (R. Bonadei, 1991 ; Splendore, 2000 ; Rossi Sebastiano, 2023), la publication de Finnegans Wake (1939), la mort de certains auteurs exemplaires comme Joyce ou Woolf (1941), l’éclatement de la Seconde Guerre mondiale (Anderson, 1984; Quinones, 1985; Shiach, 2007) ou au moment où commence ce qu’on appelle l’ère postmoderne (Lyotard, 1979; Wilde, 1981; McHale, 1987; Hutcheon, 1989; Jameson, 1991; Ceserani, 1997). Nous croyons, au contraire, qu’il survit dans la seconde moitié du XXe siècle, bien que ce soit sous des formes recomposées et remodelées.
En considérant le modernisme comme une catégorie non seulement historiographique, mais aussi interprétative (Calinescu, 1977; Mazzoni, 2011; Donnarumma, 2014; Cangiano, 2018), le but poursuivi par ce « Focus » concerne aussi bien l’histoire des formes littéraires que leurs enjeux historiques, politiques et sociaux. Nous voulons d’une part vérifier quels romans de la seconde moitié du XXe siècle héritent du modernisme en repensant ou en renversant ses marques thématiques, formelles et idéologiques, notamment le poids attribué au regard subjectif dans le récit et à l’autoréflexivité formelle (Bürger, 1992; Rabaté, 2001) ainsi que l’écart avec le réalisme et le naturalisme du XIXe siècle, souvent la cible de polémiques à travers lesquelles légitimer une nouvelle représentation du monde (Eystensson, 1990; Bertoni, 2007; Pellini, 2016 et 2018).
D’autre part, nous voulons étudier comment un tel héritage, aussi complexe et hétérogène que la catégorie de modernisme elle-même est instable et débattue (Bradbury-McFarlane, 1976; Moretti, 1994; Levenson, 1999; Rabaté, 2013), s’accommode de la transformation du contexte historique, politique et social, tout comme le sort de l’impérialisme, par exemple, a été décisif pour le modernisme historique, comme le soulignent (Jameson 1988, Said 1993, Rigby 2000). De la seconde moitié des années 1940 à la fin des années 1980, le champ littéraire européen subit également plusieurs changements (Lewis, 2011 ; Somigli, 2011; Mao, 2021; Toracca, 2022; Iacoli, 2023) qui remodèlent le rapport à la tradition culturelle et littéraire, ouvrant la voie à l’investigation de nouveaux espaces d’écriture. La narration tente de définir et de comprendre, à travers l’intégration de points de vue hétérogènes, de nouvelles questions telles que la décolonisation, les vagues de migration, la reconfiguration des dynamiques de pouvoir au sein des sociétés multiethniques ; l’identité comprise comme une forme d’appartenance à un groupe mais aussi comme un espace de revendication et d’autodétermination ; la voix croissante des catégories marginalisées ou sous-représentées ; la fragmentation de la connaissance et la relation avec la science et la technologie.
Compte tenu des différences plus ou moins marquées entre les diverses traditions nationales, il était difficile de trouver des seuils littéraires ou culturels communs. Nous avons donc opté pour des dates historiques, à savoir 1945 (fin de la Seconde Guerre mondiale) et 1989 (chute du mur de Berlin et fin de la guerre froide entre l’URSS et les États-Unis), qui sont significatives pour le contexte européen qui constitue notre champ d’investigation (néanmoins, les influences profondes des contextes et des traditions extra-européens seront également prises en compte). Entre la seconde moitié des années 1940 et le début des années 1990, de nombreux pays européens, dont l’Italie, ont entamé un processus de coopération d’après-guerre et d’intégration économique, politique et culturelle aboutissant à la signature du traité de Maastricht (1992), c’est-à-dire à la création de l’Union européenne. Il s’agit donc d’une période où, au sein l’Europe, se produisent une série de transformations qui concernent son identité même, et où la mondialisation (qui inclut la planétarisation des genres et des formes) coexiste avec la tentative de créer ou de renforcer une identité économique, politique et culturelle européenne.
Une autre raison qui nous pousse à concentrer notre enquête sur l’Europe de 1945 à 1989 est l’absence presque complète de références au modernisme ou à la culture du modernisme de la seconde moitié du XXe siècle dans les histoires littéraires européennes. Alors qu’aux États-Unis, la catégorie du Late Modernism (1930-1960) est largement débattue, de même que la persistance du modernisme anglo-américain, la portée du postmodernisme (Miller, 1999 et 2016; Whitworth, 2007; Genter, 2010), et la possibilité d’étendre la catégorie du modernisme dans le temps et l’espace (Mao et Walkovitz 2008), dans l’historiographie littéraire européenne, certains aspects clés tels que l’héritage de la saison moderniste, la renaissance possible de l’expérimentalisme moderniste, ses liens avec les nouvelles avant-gardes et la culture postmoderne, bref, l’influence – sans ordre particulier – de Conrad, James, Proust, Joyce, Woolf, Kafka, Faulkner, Mann, Musil, Broch, Céline, Wolfe, Svevo ou Pirandello – ont été généralement négligés. Nombre de ces écrivains s’inscrivent, par exemple, dans le canon proposé par Milan Kundera dans L’Art du roman (Kundera, 1986), qui présente ses réflexions en tant qu’écrivain et non en tant que théoricien de la littérature, proposant une vision supranationale du roman, compris comme un art qui doit se concevoir dans la durée, au-delà des courants, des écoles et des «ismes».
Dans cette section «Focus» de CoSMo:Comparative Studies in Modernism, nous souhaitons interroger précisément l’utilité critique et historiographique du terme modernisme, afin de comprendre si, pour les décennies qui nous intéressent, on peut identifier une tradition du modernisme, ou si l’on peut parler, par exemple, de second modernisme ou de nouveaux modernismes. Existe-t-il des déclinaisons spécifiques du modernisme qui vont au-delà de simples traces, de cas isolés ou d’imitations tardives, et qui permettent en effet d’interpréter différemment et de rapprocher utilement des romans habituellement définis sous d’autres étiquettes? Quelle est l’importance des traductions des chefs-d’œuvre modernistes pour les écrivains qui ont fait leurs débuts entre les années 1940 et 1980? Comment les néo-modernismes interagissent-ils avec les principales catégories utilisées par la critique pour décrire le champ littéraire de ces années (néo-réalisme, Nouveau Roman, néo-avant-garde, post-modernisme) ou avec certains phénomènes apparus pendant cette période (guerre froide, engagement, boom économique, Mai 68, post-colonialisme, féminisme, écologisme) et qui ont radicalement modifié notre imaginaire?
Différents axes d’étude pourront être envisagés, sans exclusive :
- Constantes et variantes du modernisme dans le second XXe siècle européen
- Les relations de continuité entre le modernisme et de nouveaux thèmes (par exemple le nouvel engagement, l’écologisme, le post-colonialisme, le féminisme, la mondialisation, le turbo-capitalisme, l’anthropocène).
- Influences extra-européennes et planétarisation des formes
- Textes exemplaires issus de traditions littéraires spécifiques : modèles, reprises, reconfigurations
- Trajectoires d’auteurs influents
- Périodisation, canon, usages et abus de la catégorie du modernisme
- Culture postmoderne, néo-modernismes et nouveaux réalismes
- Néo-modernisme et néo-avant-garde
- Les nouveaux modernismes et les études culturelles
- Intertextualité et frontières des genres littéraires
- Traductions, adaptations, remédiations
Conditions
Les propositions de communications (un titre et un résumé de maximum 1500 signes), avec une courte biobibliographie, ainsi que toutes les demandes de renseignements concernant le dossier, sont à adresser à centrostudiartimodernita@gmail.com avant le 15 janvier 2025. L’acceptation ou le rejet de la proposition seront communiqués avant le 15 février 2025. La date limite de soumission de l’article, d’un maximum de 30.000 signes, est fixée au 15 janvier 2026.
Langues acceptées pour les contributions Italien, Anglais, Français
Bibliografia utilizzata a testo / References/ Corpus théorique utilisé dans l’argumentaire
- Anderson, P., Modernity and Revolution, in «New Left Review», n. 144, 1984, pp. 96-113.
- Armstrong, T., Modernism: A Cultural History, Polity Press, Cambridge 2005.
- Bertoni, F., Realismo e letteratura. Una storia possibile, Einaudi, Torino 2007.
- Bonadei, R. Prologhi ed epiloghi modernisti nella narrativa di Henry Green, in Modernismo/Modernismi. Dall’avanguardia storica agli anni Trenta e oltre, a cura di G. Cianci, Principato, Milano 1991, pp. 531-543.
- Bradbury, M., McFarlane, J, (eds), The Name and the Nature of Modernism, in Modernism. A Guide to European Literature 1890-1930, Penguin, London 1976.
- Bürger, P., The Decline of Modernism, Polity Press, Cambridge 1992.
- Calinescu, M., Five Faces of Modernity. Modernism, Avant-Garde, Decadence, Kitsch, Postmodernism, Indiana University Press, Bloomington 1977.
- Cangiano, M., La nascita del modernismo italiano. Filosofie della crisi, storia e letteratura. 1903-1922, Quodlibet, Macerata 2018.
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- Hutcheon, L., A Poetics of Postmodernism. History, Theory, Fiction, Routledge, London-New York 1989.
- Iacoli, G., Mascolinità in gioco. Politiche della rappresentazione in Buzzati, Serra, Pisa-Roma 2023.
- Kundera, M., L’Art du roman, Gallimard, Paris 1986.
- Levenson, M., (ed), The Cambridge Companion to Modernism, Cambridge University Press, Cambridge 1999.
- Lewis, P., (ed), The Cambridge Companion to European Modernism, Cambridge University Press, Cambridge 2011.
- Lyotard, J.-F., La Condition postmoderne, Minuit, Paris 1979.
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- Id., «Cerveaux de Fruitier», «Enculeurs de mouches»: per una genealogia del modernismo, in Alla ricerca di forme nuove. Il modernismo nelle letterature del primo ‘900, a cura di R. Luperini, Pacini, Pisa 2018, pp. 237-271.
- Jameson F., Postmodernism, or The Cultural Logic of Late Capitalism, Duke University Press, Durham 1991.
- Quinones, R. J., Mapping Literary Modernism, Princeton University Press, Princeton 1985.
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- Id., (ed), A Handbook of Modernism Studies, Wiley-Blackwell, Chichester 2013.
- Rossi Sebastiano, M., Il realismo obliquo nel romanzo italiano degli anni Trenta, Palumbo, Palermo 2023.
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- Somigli, L., Dagli “uomini del 1914” alla “planetarietà”. Quadri per una storia del concetto di modernismo, in Il modernismo in Italia, a cura di R. Luperini e M. Tortora, sezione monografica di «Allegoria», n. 63, 2011, pp. 7-29.
- Splendore, P., Il secondo Novecento, in Storia della letteratura inglese, a cura di P. Bertinetti, vol. II. Dal Romanticismo all’età contemporanea. Le letterature in inglese, Einaudi, Torino, pp. 249- 320.
- Toracca, T., Il romanzo neomodernista italiano. Dalla fine del neorealismo alla seconda metà degli anni Settanta, Palumbo, Palermo 2022.
- Wilde, A., Horizons of Assent. Modernism, Postmodernism, and the Ironic Imagination, John Hopkins University Press, Baltimore and London 1981.
- Whitworth, M., (ed), Modernism, Blackwell, Oxford 2007
Altra bibliografia di riferimento / Other bibliography / Autres textes théoriques
- Benvenuti, G., Ceserani R., La letteratura nell’età globale, Il Mulino, Bologna 2012.
- Bradshaw D, and DettmarK.J.M. (eds), A Companion to Modernist Literature and Culture, Blackwell Publishing, Oxford 2006.
- Ceserani, R., La maledizione degli “ismi”, in «Allegoria», n. 65-66, 2012, pp. 191-213.
- Cianci, G., (ed), Modernismo/Modernismi. Dall’avanguardia storica agli anni Trenta e oltre, Principato, Milano 1991.
- Donnarumma, R., Gadda modernista, ETS, Pisa 2005.
- Fokkema D.W., BertensH., (eds), Approaching Postmodernism, Benjamins, Amsterdam-Philadelphia 1986.
- MacKay, M., Modernism and World War II, Cambridge University Press, Cambridge 2007.
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